di Andrea Mastrorilli, Associate Partner yourCEO
Sono Associate Partner di yourCEO, un verticale di yourGroup, il primo gruppo di Advisory Operativo C-LEVEL in Italia. Siamo un gruppo selezionato di dirigenti esperti al servizio della crescita delle aziende in modalità Fractional Management: quello che serve, quando serve.
Vorrei incuriosirvi oggi su un tema a me molto caro e cioè la collaborazione all’interno dei Team aziendali al fine di incrementare le performance raggiungendo nel contempo gli obiettivi stabiliti.
Lavorando nelle piccole/medie aziende come anche in grandi multinazionali, ho notato che molto spesso il termine collaborazione è frainteso ed abusato, per non dire schiacciato dalle nostre stesse aspettative. La convinzione che il processo di collaborazione, o meglio un comportamento collaborativo, identifichi un processo armonioso ed efficiente è molto radicata nelle organizzazioni sia grandi che piccole ma ahimè molto lontano da quello che dovrebbe essere.
Questa convinzione è molto più che limitante e rischia di produrre team nei quali tutti sono d’accordo, di supporto e con il sorriso sulle labbra che però non producono i risultati attesi e che non sfruttano a pieno il loro potenziale. Sarebbe molto più produttivo avere sani conflitti e appassionati confronti all’interno del team.
Probabilmente ti è stato insegnato che collaborazione e conflitto sono l’una l’opposto dell’altro. In alcune culture il lavoro di squadra viene addirittura descritto in maniera talmente idilliaca da essere ridicolo, facendo passare l’immagine di una famiglia felice. Sono convinto che sia proprio questa visione della collaborazione a rendere improduttivi ed incapaci di esprimere il loro potenziale molti team aziendali.
Non esiste collaborazione senza tensioni, disaccordi e conflitti. Certo, questi devono essere produttivi e quindi che migliorino il valore delle idee, espongano i veri rischi ai quali si andrà incontro e aumentino quindi la fiducia tra i singoli componenti del team. Dobbiamo liberarci della convinzione che il conflitto sia solo distruttivo e fare nostro il concetto che il conflitto produttivo crea valore. È necessario incoraggiare il disaccordo per fare la differenza, per fare in modo che in un team il totale sia veramente maggiore della somma delle sue singole parti.
In effetti, se ci pensi bene, la collaborazione non è necessaria se sei d’accordo su tutto! E, come diceva Walter Lippmann, giornalista e politico statunitense: “dove tutti pensano uguale, nessuno pensa molto”.
Vediamo i concetti messi in pratica: immagina di essere in azienda ad una riunione inter funzionale dove ci siano per esempio il responsabile della produzione e il responsabile delle vendite. Il primo spingerà per avere più standardizzazione, controllo ed efficienza. Il secondo spingerà esattamente per l’opposto e cioè più personalizzazioni, flessibilità e velocità di risposta. Se i due fanno bene il loro lavoro saranno in disaccordo e genereranno un conflitto produttivo che li porterà a trovare soluzioni condivise che soddisfino le esigenze sia delle vendite che della produzione e che allo stesso tempo soddisfino il Cliente.
Da questo esempio possiamo quindi capire come sia fondamentale la gestione dei ruoli all’interno del contesto aziendale e la creazione di un ambiente nel quale si è liberi di avere opinioni diverse, dove è possibile lottare per le proprie idee rispettando quelle degli altri, facendo passi in avanti e indietro fino ad ottenere il miglior risultato.
Se ti capita di gestire una riunione di team ricorda quindi di sottolineare l’importanza dei singoli ruoli e del contributo che possono dare per il raggiungimento degli obiettivi. Rafforza quindi l’idea che si collabora creando conflitti produttivi per ottenere le migliori soluzioni sfruttando le diverse prospettive a beneficio dell’organizzazione. Ti suggerisco anche di condividere delle regole per la gestione di questi meeting stabilendo in anticipo i comportamenti accettati ed utili alla squadra e quelli non accettati perché disfunzionali ed improduttivi.
Questa è quella che credo essere una grande sfida per la crescita dei team all’interno delle organizzazioni, un completo cambio di mentalità che sproni le persone a pensare molto e non molto poco.