di Nerea Filippelli
La società in cui viviamo è sempre più caratterizzata dalla creatività, concetto ormai divenuto popolare e al servizio dei più svariati campi: dall’economia, all’arte, dalla scienza, alla medicina. La capacità di produrre idee, conoscenze, nuove tecniche e innovazione, è divenuto fattore discriminante per riuscire a stare al passo coi tempi ed essere competitivi. Le trasformazioni in atto nel contesto socioeconomico sono basate sul ruolo cruciale assunto dalla capacità creativa dell’uomo.
Ci si chiede da sempre quali siano i meccanismi mentali che fanno scattare la cosiddetta scintilla che fa di una persona qualunque, un creativo. Ma che cos’è la Creatività? Tale termine implica una molteplicità di definizioni e funzioni che rendono particolarmente difficile il compito di definirne i confini. Si parla di creatività nella pittura, nella scultura, nella letteratura, nel design, nella musica e nell’arte in generale; ma anche nell’architettura, nella scienza, nella medicina. Ultimamente ci si è accorti che i creativi e gli innovatori non sono una rarità alla stregua di Leonardo, Michelangelo, Mozart, Beethoven, Pirandello, Rita Levi Montalcini; ci sono persone creative anche tra la gente comune che nella quotidianità del proprio lavoro mettono a frutto tecnica e fantasia per produrre le soluzioni organizzative, sociali, architettoniche, e tecniche, in grado di rendere più semplice e pratica la nostra vita. Un grande psicologo americano, sosteneva che la vita è uno stretto intreccio di routine e creatività a dimostrazione del fatto che questo “talento” non è appannaggio di pochi, ma piuttosto va stimolato e messo a frutto.
Tutti gli individui sono dotati di qualunque genere di abilità, ivi compresa la creatività; in base alle diverse situazioni della vita, c’è chi sviluppa molto questa dote e chi meno.
Inoltre, alcuni degli atti creativi vengono riconosciuti e apprezzati in quanto tale dalla società, altri avvengono e rimangono in un contesto privato, ma non per questo sono meno importanti.
Il concetto di creatività è stato esteso a diverse categorie come ad esempio gli imprenditori e gli operatori di impresa in generale. Proprio quest’ultima figura ha attirato forte interesse da parte di numerosi analisti aziendali che riconoscono come la creatività, nella sua accezione più ampia, costituisca il vero fattore critico di successo per le imprese. Basti pensare all’attenzione riservata dalle aziende alla ricerca, all’innovazione e alle nuove tecnologie in grado di garantire competitività e migliorare l’offerta dei prodotti e dei servizi.
La crescente attenzione delle imprese verso la creatività è divenuto un elemento fondamentale per riuscire a stare al passo con il progresso scientifico e tecnologico. Dal punto di vista concorrenziale, le imprese subiscono una forte pressione competitiva poiché si trovano a dover gestire la globalizzazione dei mercati e e le esigenti richieste dei clienti. Affinché le imprese non si facciano cogliere impreparate, è necessario riuscire a dotarsi di un’elevata flessibilità organizzativa, nonché di adattabilità ai continui mutamenti dei mercati. In altre parole, oltre a preparare un ambiente favorevole al cambiamento, occorre che le organizzazioni facciano ricorso a risorse umane in grado di impiegare massicce dosi di creatività nello svolgimento delle attività lavorative.
Nell’immediato futuro, sempre più globalizzato, non sarà più sufficiente l’utilizzo di tecniche e tecnologie avanzate, né la mera acquisizione di conoscenze ed informazioni; ragion per cui il cambiamento e l’innovazione saranno possibili soprattutto attraverso la valorizzazione del fattore umano. L’abilità creativa dell’individuo che rende fruttuose le idee da un lato e la capacità dell’imprenditore di renderle fruttuose e produttive dall’altro lato, rappresentano il binomio che consente alle imprese di posizionarsi sul mercato e competere con sistemi fortemente integrati.
Liuc Papers, n. 215, Serie Economia e Istituzioni 22, aprile 2008
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