di Beniamino Paradiso, Partner yourCEO
La transizione energetica è un tema al centro dell’agenda economica mondiale.
In Europa gli obiettivi legati all’abbattimento delle emissioni nocive contano incentivi per miliardi di euro nei prossimi 5 anni attraverso il fondo “Next Generation Europe”. Come sappiamo l’Italia sarà, auspicabilmente, il maggior beneficiario dei finanziamenti europei. La modifica dei modelli di consumo di energia per i cittadini e le imprese tuttavia non è senza ostacoli.
Al netto del conflitto in Ucraina, i costi dell’energia sono aumentati del 100% negli ultimi 12 mesi a causa di un mix di eventi: minor produzione di energie rinnovabili (eolico) nel mare del nord, diminuzione delle esportazioni di gas russo (-40%), riavvio della produzione industriale a livelli pre pandemia, tra le maggiori cause. Questo insieme di condizioni chiamano per una maggior velocità di transizione verso forme di generazione di energia che siano al contempo di minor costo, a basso impatto di carbonio e che ci separino con forza dalle necessita di importare energia.
L’energia eolica, solare e l’accumulazione in batterie sono soluzioni già in itinere, sulle quali dovremo accelerare. L’idrogeno su larga scale e il micro nucleare di quarta generazione sono le due tecnologie che possono dare una svolta. Le imprese e tutti noi stiamo pagando il prezzo della dipendenza da fonti fossili attraverso gli aumenti delle bollette elettriche e del gas.
Fino a quando ciò sarà sostenibile? Io credo per poco.
In particolare, le imprese potrebbero giocare un ruolo di primo piano nel muoversi per prime alla ricerca dell’efficienza energetica.
Come può yourCEO essere di aiuto nel trovare soluzioni?
Le nostre competenze fatte da anni di esperienza nel gestire imprese di varie dimensioni nei diversi segmenti industriali e commerciali ci permette di realizzare piani di sviluppo e gestione del cambiamento al fianco dell’impresa. Nel particolare, piani di razionalizzazione e miglioramento energetico d’azienda.
Per esempio, per le imprese che dispongano di spazi ampi l’immediata valutazione di soluzioni fotovoltaiche di autoconsumo potrebbe essere efficace. Per tutte le altre l’accesso a contratti di acquisto diretto di energia (Power Purchase Agreement PPA) con produttori di energie rinnovabili a prezzi decisamente più bassi, e certi, per 10 o addirittura 20 anni potrebbero essere una valida alternativa. Parliamo di risparmi in media del 50% vis a vis il prezzo dell’elettricità acquistata in rete.
Il capitolo più interessante a mio avviso riguarda le imprese “energivore” ovvero che necessitano di grandi quantità di energia per svolgere la loro attività (acciaierie, fonderie, settore della ceramica, del vetro, della carta e altre). In questi settori l’economia dell’idrogeno potrebbe aiutare. Questo elemento per uso industriale infatti si ottiene attraverso l’elettrolisi ovvero “sparando elettricità (elettroni)” su acqua (H2O) ottenendo H2 (idrogeno) e O (ossigeno) che può essere liberato nell’aria.
Il tema dell’idrogeno è un tema che contrariamente al nucleare di 4 generazione, non ha immediato bisogno di un intervento normativo in Italia, ma deve rispettare criteri di economicità e praticità d’uso. Ci stiamo arrivando. L’offerta di idrogeno per uso industriale si stà completando di giorno in giorno. Il tema, in questo momento, è il costo di produzione per l’idrogeno verde (quello realizzato con elettricità da fonti rinnovabili) che rimane alto relativamente a quello grigio (quello realizzato con il metano). La curva dei costi scenderà ripidamente nel prossimi anni come è stato in passato per i pannelli fotovoltaici.
Vista l’instabilità dei prezzi e i rischi connessi con il gas, possiamo davvero permetterci di sottovalutare l’idrogeno?
Crediamo di no. In estrema sintesi al netto della necessaria azione dei governi sulle norme e procedure per velocizzare l’adozione delle energie rinnovabili, quanto mai necessarie in Italia, l’impresa ora più che mai può essere in controllo e agire per prima per limitare i rischi e i costi di una dipendenza energetica.
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