Meglio un CEO “esperto del settore” o un CEO “vincente”? La ricerca del successo

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di Sergio Casavecchia, Associate Partner yourCEO, e Alessandro Loddo, Partner yourCEO

 

 

Vi è un dibattito ricorrente nel mondo della selezione dei candidati ad una posizione apicale come il Direttore Generale: è opportuno concentrare la ricerca su esperti del settore industriale nel quale l’azienda opera oppure sarebbe più vantaggioso allargare la scelta coinvolgendo anche executive con un’esperienza in altri settori?

Come spesso accade, la risposta a questo dilemma non è univoca, spesso in Italia le aziende richiedono, come prerequisito, il reclutamento di un CEO esperto di settore.

Questa predilezione per l’esperto non è immotivata: le imprese che vogliono assicurare continuità alla gestione e non vogliono correre rischi legati ad un impoverimento del “know-how” aziendale cercano di cautelarsi con il ricorso a figure collaudate di esperti dello stesso mercato anche per la figura apicale.

D’altra parte, una simile strategia di selezione può comportare alcuni problemi:

  1. Bacino di selezione troppo ristretto: soprattutto in settori molto specialistici o con poca numerosità di aziende concorrenti,
  2. Mancata opportunità di cogliere l’occasione di arruolare un leader capace di pensare “out of the box”,
  3. Prevalenza di un approccio orientato al prodotto anziché uno orientato al cliente e alle competenze orizzontali, le cosiddette “soft skills”. 

Le considerazioni precedenti servono ad evidenziare che le imprese possono adottare una strategia di selezione più razionale e basata su caratteristiche del candidato che possano massimizzare le probabilità di successo.

Nel contesto sociale ed economico attuale, caratterizzato da un sommarsi vorticoso di cambiamenti sempre più rapidi (come non citare la frase di Lenin “Ci sono decenni in cui non succede nulla; e ci sono settimane in cui accadono decenni”?) la vecchia figura del CEO – responsabile di pianificare, organizzare, dirigere – non basta più.

 

Negli ultimi anni si sono affermati nuovi stili di leadership e nuove modalità per guidare e gestire le imprese e i team.

 

I cambiamenti rapidi e radicali nella tecnologia e l’incertezza del contesto in cui ci muoviamo stanno intensificando la trasformazione del business sia in termini di sfide che di opportunità  con un impatto sui ruoli, profili e competenze richieste alle aziende e ai loro manager  C level.

 

Nuove Tecnologie = nuovi scenari = nuovi ruoli = nuove competenze.

Siamo nella cultura dell’innovazione che fa emergere nuove priorità e nuove esigenze per i manager e, in particolare, per il Direttore Generale che deve accompagnare l’azienda a guardare oltre la crisi, con scelte lungimiranti con un nuovo mindset.

Il CEO di successo deve essere oggi un ‘”leader positivo” grazie a un continuo reskilling, dove le sue softskills o meglio le “powerskills” sono cruciali per essere un fautore del cambiamento in atto e per attivare competenze valoriali; quel più che serve all’azienda per crescere.

E’ un executive apprezzato e riconosciuto, capace e competente, che valorizza e dà fiducia al team con cui ha condiviso gli obiettivi e li porta ai risultati previsti rilanciando l’azienda verso una transizione digitale, di innovazione e quindi di sviluppo.

Il leader aziendale oltre a superare le sfide dovrebbe essere in grado di crearle, diffondendo questa mentalità vincente con una nuova visione per guidare un’organizzazione che vuole competere ed evolvere in un mondo dinamico, complesso, globale e tecnologico.

A tal proposito, è di sicuro interesse una ricerca pubblicata da Harvard Business Review (Maggio/Giugno 2017) ed intitolata: “Le quattro caratteristiche che identificano il CEO di successo”.

Secondo la ricerca-il “CEO Genome Project”-  citata nell’articolo, i CEO di successo (e parliamo di successo delle aziende che essi guidano) non sono quelli che vengono dalle scuole migliori oppure quelli che hanno grande eloquenza – due caratteristiche che invece sono molto influenti in fase di selezione.

Al contrario, i CEO di successo hanno in maniera prevalente le seguenti caratteristiche:

  1. Grande capacità decisionale: nessuna decisione è peggio di una mancanza di decisione
  2. Forte orientamento al risultato: traduzione dei bisogni degli azionisti in obiettivi raggiungibili fornendo allo staff il senso della sfida comune a cui sono chiamati a prendere parte
  3. Adattabilità: capacità di riconoscere errori e gestione dinamica della strategia
  4. Consistenza e costanza nell’azione manageriale e nei risultati valorizzando il talento e stimolando e promuovendo l’upskilling del team

Le quattro dimensioni della performance manageriale citate nella ricerca non sono legate ad una esperienza specifica su un settore industriale: sono piuttosto correlate alle abilità ed alle caratteristiche del candidato CEO – o del candidato executive – e che dovrebbero essere oggetto di verifica in fase di selezione.

Certo la soluzione ottimale sarebbe quella di riuscire a selezione l’“Executive” in possesso delle 4 caratteristiche citate ed inoltre esperto del settore industriale dell’azienda!

Ecco allora apparire la soluzione al dilemma che abbiamo proposto in questo articolo: abbiamo necessità di un approccio non “ad excludendum”, ma di una strategia di selezione in grado di valutare tutte le competenze – le soft and le hard-skill- del candidato CEO.

La proposta è di adottare come criterio la formula 4+1 – cioè il criterio di valutare le 4 caratteristiche “vincenti” del CEO e solo in ultimo – a parità di punteggio – preferire il candidato con un’esperienza più simile a quella del settore industriale specifico.

A prima vista questi concetti sembrano adatti alle grandi aziende con strutture e organizzazioni più complesse.
Questo non più oggi in uno scenario di discontinuità,  per cui anche le PMI hanno un bisogno vitale di competenze molto qualificate che raramente sono presenti in azienda.

In questi casi la soluzione è di rivolgersi a un C level  – Fractional CEO – e quindi a una figura manageriale che con efficienza e velocità possa soddisfare esigenze legate a un processo di trasformazione o di innovazione strategica e organizzativa.

Per le imprese è ancora più importante di prima trovare manager, leader aziendali dotati di grandi capacità decisionali e abilità a raggiungere gli obiettivi dell’impresa di qualsiasi settore e dimensione.

YourCEO – il verticale di YOURgroup che vanta executive di grande capacità ed esperienza nel core business dell’impresa – cioè le operations, il marketing e le vendite – rappresenta la soluzione ideale per le aziende che abbiano necessità di un “fractional CEO”.

 

Un Fractional Executive può fare la differenza per una PMI.

Come?
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